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Villa Matilde Avallone
Storia di un vino e di una famiglia
Villa Matilde Avallone è l’azienda vitivinicola campana che lega il proprio nome al Falerno del Massico perché si deve a Francesco Paolo Avallone, fondatore dell’azienda, la riscoperta - negli anni Sessanta - di questo vino antico e pregiato. Oggi l’azienda che si estende nei territori del Massico, in provincia di Caserta, è guidata da Salvatore e Maria Ida Avallone, figli di Francesco Paolo scomparso nel 2006.
Negli ultimi vent’anni, Villa Matilde Avallone ha esteso il proprio progetto vitivinicolo investendo anche in altre aree della regione, nel Sannio beneventano e in Irpinia, sempre nel solco della valorizzazione degli antichi vitigni campani.
Oggi l’azienda, orgogliosamente a conduzione familiare, conta complessivamente 130 ettari vitati tra la provincia di Caserta e quelle di Benevento e di Avellino per una produzione di 800 mila bottiglie l'anno e 19 tipologie di vino.
La ricerca della qualità è la regola su cui Villa Matilde Avallone lavora ogni giorno, guadagnandosi premi e riconoscimenti della critica enologica sia italiana che estera, nonché i consensi del pubblico. Attualmente l’azienda, leader nella produzione di Falerno del Massico Doc, esporta in 30 paesi del Mondo.
Il centro aziendale è a Cellole (Caserta), tra il monte Massico e il mare: qui ci sono gli uffici, la cantina e gli spazi per l’accoglienza che comprendono giardini, piscina, ristorante tipico e Km zero, lo shop aziendale e la foresteria dove spicca la Torre del Falerno, la suite con indoor Spa.
Dal 1995 enologo consulente è Riccardo Cotarella, coadiuvato in azienda da Fabio Gennarelli.
LA STORIA
Circa tremila anni fa nasceva in Campania un vino ardens etfortis; un vino – dice la leggenda – donato alla terra del Massico dal dio Bacco: il vinum Falernum, “un epiteto di dio” per Ovidio, un vino “immortale” secondo Marziale; senza dubbio il vino più celebrato dell’antichità, il più pregiato, il “vino degli Imperatori”. Un vino che ha attraversato i secoli e che oggi racconta col suo rosso caldo e il suo sapore intenso il calore e i colori di una terra ricca di contrasti: l’Ager Falernumcome la chiamavano gli antichi romani. In questa terra che oggi ricade nella provincia di Caserta, tra il mare del litorale Domitio e il Monte Massico, oggi si estendono le vigne di Villa Matilde Avallone. L’azienda, orgogliosamente a conduzione familiare, è nata negli anni Sessanta per pura passione e per una sfida: riportare in vita il Falerno. La storia di Villa Matilde Avallone comincia con Francesco Paolo Avallone, avvocato e appassionato cultore di vini antichi: incuriosito dai racconti di Plinio, dai versi di Virgilio, di Marziale e di Orazio, tutti intorno al vinum falernum, dopo anni di studi e letture, coadiuvato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Agraria, ha individuato le viti che un tempo davano vita al Falerno; pochi ceppi sopravvissuti miracolosamente alla devastazione della filossera di fine Ottocento. Fu allora che l’avvocato si fece vignaiolo: messi da parte codici e norme, con l’aiuto di pochi contadini locali, ripiantò gli antichi vitigni del Falerno proprio nel territorio del Massico dove un tempo erano prosperati e fondò Villa Matilde, il nome era un gentile omaggio alla moglie. Vendemmia dopo vendemmia, prova su prova, riuscì a riportare sulle tavole il famoso Falerno di cui tutti, nella zona, continuavano a favoleggiare.
L’AZIENDA OGGI
Oggi l’azienda è affidata ai suoi due figli, Maria Ida e Salvatore che con dedizione esclusiva (entrambi hanno abbandonato la propria attività; la prima la diplomatica, il secondo la carriera forense) proseguono il sogno e il progetto del padre raccogliendone l’importante eredità e guardando ancora oltre: dall’Ager Falernum si sono spinti sino alle province di Benevento e Avellino con nuove vigne, nuovi progetti e vini che raccontano l’identità forte della Campania Felix. Qualità, cultura del territorio e della tradizione, rispetto dell’Ambiente e uno sguardo spalancato sull’innovazione sono oggi i punti di forza dell’Azienda che oggi, dopo un riassetto importante è diventata “Villa Matilde Avallone”.Con l’aggiunta del cognome di famiglia nell’estensione del nome aziendale si compie una svolta significativa e si sottolinea il valore di un’impresa che ancora oggi è orgogliosamente a conduzione familiare, guidata dai fratelli Salvatore e Maria Ida Avallone che portano avanti il sogno di loro padre Francesco Paolo Avallone, fondatore dell’azienda.
Il nuovo progetto chiarisce meglio anche il profilo di Villa Matilde Avallone sulla scena vitivinicola campana presente su ben tre distretti vitivinicoli della regione: l’alto casertano con la Tenuta di Cellole, dove tutto è iniziato oltre cinquant’anni fa riportando in vita il leggendario Falerno del Massico; il beneventano dove nascono i vini Terre Cerase, Falanghina e Aglianico e l’Irpinia con la Tenuta Pietrafusa dove si coltivano le uve Aglianico, Fiano e Greco di Tufo per la produzione delle tre DOCG dell’azienda: il Taurasi, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo. Il progetto creativo ha interessato anche il layout delle etichette dell’intera gamma di vini giocando con palette cromatiche differenti e diversi temi figurativi.
“Con questo nuovo progetto aziendale vogliamo rafforzare in una storia unitaria, unica e memorabile la nostra azienda di famiglia nata da un sogno di nostro padre”affermano Salvatore e Maria Ida Avallone, “Villa Matilde Avallone conferma la sua doppia natura di custode dell’antico e di azienda moderna e innovativa capace di essere al passo con i tempi”
L’aver riportato in vita l’antico Falerno e la grande attenzione prestata al territorio e ai vitigni autoctoni pongono i vini Villa Matilde Avallone nel solco di una robusta tradizione; la ricerca costante, le tecnologie all’avanguardia colorano la tradizione con un’innovazione intelligente e dinamica. Vigneti con una densità di impianto di cinquemila, settemila ceppi ad ettaro sono allevati con l’innovativa metodologia del Gouyot (a spalliera). Al tempo stesso il pregio dell’uva che qui si produce non si traduce in costi proibitivi. L’importanza della qualità è la prima regola: Villa Matilde Avallone punta sulla classe, non produce vini seriali, ma vini d’elite apprezzati da chi di vino se ne intende. Pur mantenendo standard qualitativi elevatissimi sono vini economicamente alla portata di tutti. L’azienda fa della cultura del vino oggetto di studio e di ricerca continua: il Vino in anfora, nato nell’anno delle celebrazioni del Cinquantenario dell’azienda, presentato alla stampa internazionale nel marzo 2015, riallaccia i fili con la memoria e la storia del vino degli antichi Romani.
IL PROGETTO IN ANFORA
Villa Matilde Avallone porta avanti dal 2012 un progetto ambizioso, ma che ha portato già tante soddisfazioni, che prevede affinamento e fermentazione di parte delle uve in anfora.
Negli anni 60 il fondatore dell'azienda, Francesco Paolo Avallone, aveva condotto degli esperimenti con le anfore: nel suo progetto di recupero di antichi vitigni aveva infatti provato a vinificare come gli antichi romani. Ma è soprattutto negli ultimi dieci anni che il progetto è stato perfezionato e realizzato dai figli Maria Ida e Salvatore Avallone. I fratelli Avallone hanno utilizzato una serie di Pithoi e Dolia (grandi giare in terracotta realizzate proprio per il progetto e in esclusiva per Villa Matilde Avallone) di dimensioni variabili da 29 fino a 500 litri. Si tratta di anfore speciali realizzate su indicazioni dell’Azienda con la consulenza scientifica di Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale e di archeologi e storici del territorio. Il progetto nasce con l’obiettivo di produrre vini che siano la massima espressione del territorio, il legno non viene abbandonato ma affiancato alla terracotta. L’utilizzo delle anfore sta dando grandi soddisfazioni contribuendo alla realizzazione di vini più freschi e dalla grande espressione territoriale, tanto che dopo un primo utilizzo con le uve bianche ora si accingono ad estenderlo anche alle uve rosse.
IL RISPETTO PER L’AMBIENTE
Già tra le Top 100 cantine del mondo nel 2007 secondo Wine&Spirits Magazine, nel 2008 Villa Matilde Avallone - da sempre attenta alla cura e al rispetto dell’Ambiente - ha varato il progetto “Emissioni Zero”con l’obiettivo di azzerare le emissioni di gas serra attraverso una serie di azioni integrate che investono in toto la produzione aziendale: dall'energia ai trasporti, dai fertilizzanti ai carburanti, dalla vigna alla distribuzione finale. Si è partiti dallo studio di ogni fase del processo produttivo individuando le criticità e gli sprechi delle risorse naturali, in primis l’acqua. Sono stati quindi installati 339 pannelli fotovoltaici in grado di produrre energia elettrica pulita per 100.000 kWh/anno evitando l’emissione di 73 tonnellate di CO2. Tutti gli edifici aziendali sono stati tinteggiati con speciale vernice bianca per compensare il riscaldamento globale e il problema “effetto serra”. Anche la scelta di veicoli e macchine agricole alimentati a Bio-diesel e la diminuzione del peso vetro per bottiglia vanno nella direzione del rispetto ambientale. Il progetto, conclusosi alla fine del 2013, ha fatto di Villa Matilde Avallone una delle prime aziende Eco-friendly della Campania, Premio Vinibuoni d’Italia 2012, 2013 e 2018.
IL PROGETTO SPUMANTI
Nel 2014 è stato presentato il primo spumante firmato Villa Matilde Avallone: il Mata Rosè da uve Aglianico. Oggi gli Spumanti di Villa Matilde Avallone sono tre, due dei quali lavorati interamente a mano e spumantizzati in azienda con Metodo Classico. Prodotti esclusivamente con uve provenienti dalle vigne storiche della Tenuta di San Castrese nell'Ager Falernus, alle pendici del vulcano di Roccamonfina, interpretano il territorio in modo nuovo e brioso e si distinguono per la lunga permanenza sui lieviti: 42 mesi per il rosè e 65 per il bianco. Il Mata Rosè, da uve Aglianico, è un vino morbido e rotondo; il Mata Bianco, da uve Falanghina, è una bollicina incisiva, dal gusto elegante ed armonioso. FalaFesta è il terzo Spumante 100% Falanghina, realizzato con Metodo Charmat.
Villa Matilde - S.S. Domitiana, 18 – 81030 Cellole (CE) tel. + 39 0823 932 088
Irene Bernabò Silorata